Carpenè la sua storia sinonimo di garanzia

Quando si parla di lusso e gusto in fatto di bollicine, immediatamente il pensiero corre ai prestigiosi perlage degli champagne francesi ma sin dal 1868 anche l’Italia ha il suo “champagne”; un Vino Spumante di pari pregio a quello dei cugini d’Oltralpe. A introdurlo in Italia, una figura di eccelso valore ed una mente illuminata e lungimirante: Antonio Carpenè, il pionieristico capostipite della Famiglia più longeva della Spumantistica Italiana. A seguito di un suo soggiorno in Francia, si propose infatti nella produzione di un vino spumeggiante avente le stesse caratteristiche di prestigio e sensorialità dello champagne; il Vino Spumante prese così il nome di “Champagne Italiano” e questo fu il primo passo della costruzione di un mito lungo un secolo e mezzo. Carpenè Malvolti peraltro non si è mai limitata ad offrire un prodotto di qualità; ha sempre perseguito l’eccellenza nel prodotto, nel processo, nel rapporto con il Territorio, nell’internazionalizzazione, nella comunicazione e nel marketing. Ecco perché a quasi 150 anni dalla fondazione il marchio di Conegliano continua ad essere una realtà leader di settore.
Eccellenza costruita passo dopo passo, dalla ricerca preliminare sui vitigni fino alla produzione del vino stesso, in pieno stile Carpenè. Perché al capostipite Antonio Carpenè non si deve solo l’introduzione per la prima volta in Italia di queste bollicine, ma anche la valorizzazione di un Territorio da sempre vocato alla viticoltura nonché la fondazione nel 1876 della prima Scuola Enologica d’Italia – l’Istituto Cerletti di Conegliano – fresco di celebrazione dei primi 140 anni di attività. Una scelta strategica, perché le conoscenze su come si raggiunge l’eccellenza in enologia fossero perpetrate attraverso le generazioni; culla congeniale per le terre del Prosecco, simbolo di crescente consapevolezza delle inesauribili potenzialità di un Territorio.
La volontà di Antonio si trasforma ben presto nella necessità di identificare univocamente un prodotto pensato e cucito su misura per questa terra, tanto da arrivare con la II Generazione Etile Carpenè, ad inserire il nome del vitigno stesso in etichetta, facendo così diventare lo Champagne Italiano, per la prima volta Prosecco.
Saranno poi sufficienti alcuni anni, per la precisione la III Generazione della Famiglia rappresentata da Antonio, per arrivare ad un altro step che ha contribuito in maniera eccelsa alla costruzione di quel patrimonio sensoriale che rende il Prosecco un prodotto unico nel genere: la messa a punto di un metodo ad hoc per la rifermentazione, che dalle bottiglie – come era avvenuto fino a quel momento con il Metodo Classico – passa alle autoclavi. Una intuizione lungimirante, che ha lasciato un segno indelebile nello sviluppo del Prosecco nel mondo negli anni a venire. Nel mondo appunto perché la Generazione successiva, rappresentata da Etile attuale Presidente, ha compiuto un ulteriore passo nell’affermazione di tale eccellenza, ovvero la scelta di internazionalizzare non solo il proprio marchio ma il Prosecco tutto.
La consacrazione del Prosecco ai vertici della piramide qualitativa è arrivata definitivamente poi nel 2009, quando a questo vino prodotto tra le colline che attraversano le città di Conegliano e Valdobbiadene viene riconosciuta la denominazione Superiore D.O.C.G.
Oggi la categoria del Prosecco – come Italian Lifestyle Symbol – si è affermata in tutti e cinque i continenti, in particolare associabile al momento dell’aperitivo, ma quello che una volta era il “principe” degli happy hour si è altresì trasformato nel “re della convivialità”: ogni occasione è buona per condividere un calice di Prosecco Superiore D.O.C.G., dall’informale happy hour fino all’evento più importante. E questo lo ha capito e professato per prima proprio Carpenè Malvolti, in particolare la Quinta Generazione Rosanna, intenta ad innovare sia l’immagine del Marchio sia lo stile comunicativo.
Non è più una sorpresa dunque, se con l’approssimarsi delle feste le bollicine del Prosecco Superiore D.O.C.G. raggiungono livelli di consumo importanti arrivando a superare ormai da più tempo i cugini francesi. Performance eccellenti – certamente ascrivibili anche allo sdoganamento dello stereotipo che lo vuole come vino costretto in uno specifico contesto – riconducibili senza ombra di dubbio ad una qualità superiore, unita ad un’immagine giovane, fresca, accattivante che ne fa un prodotto di tendenza non solo tra le nuove generazioni ma anche tra i consumatori più adulti. Una vera icona dell’Italian Lifestyle, che conquista anche grazie alla sua inequivocabile territorialità, al suo ergersi a simbolo di una cultura tutta italiana del buon bere.
In particolare, soffermandosi sul fattore Territorio, c’è da dire che in questi 440 km quadrati su cui si concentra la produzione del Prosecco Superiore D.O.C.G. c’è un fazzoletto di terra, di appena 106 ettari di estensione, distribuito su tre frazioni – quelle di Santo Stefano, San Pietro di Barbozza e Saccol – in cui vengono coltivate solo le uve migliori che al termine della maturazione danno origine ad un vino top di gamma ai vertici della piramide qualitativa: il Valdobbiadene Superiore di Cartizze D.O.C.G. Un vino che Carpenè Malvolti ha voluto fare ancora più suo proponendolo sul mercato come 1868 Cartizze Valdobbiadene Superiore D.O.C.G., in cui la data rappresenta un chiaro richiamo alla storicità del Marchio ed ai valori fondanti che ne hanno permesso il successo attraverso tre secoli.
Un vino spumante decisamente più da dessert rispetto a tutte le altre versioni Dry, Extra Dry e Brut del 1868 Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. , le cui uve maturano su un terreno esposto a lunghe giornate di sole e fresche notti d’estate, in un microclima perfetto. La vendemmia in questo caso avviene tardivamente, quando gli acini iniziano a mostrare i primi segni di appassimento naturale, per fare in modo che il residuo zuccherino sia più concentrato e conferisca a questo vino sontuoso, da sposare soprattutto al dessert, una rotondità ed una cremosità eccezionali. Complesso, ricco di note floreali che vanno dall’acacia alla rosa, risulta allo stesso tempo molto suadente nella componente fruttata di mela golden e pompelmo rosa. La garanzia dell’eccellenza, prima ancora che dall’esame organolettico, si ha dalla consapevolezza che Carpenè Malvolti per produrre questo vino dalle proprietà assolutamente ineccepibili, utilizza soltanto le migliori uve degli storici viticoltori, da sempre legati alla Famiglia da un rapporto di reciproco ed imprescindibile rispetto

Leave a Reply

Be the First to Comment!

Notify of
avatar
wpDiscuz